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CATECHESI 19 ott 2014
19 Ottobre 2014 Matteo 22, 15-22
La coscienza è il giudice del proprio comportamento
Allora i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come coglierlo in fallo nei suoi discorsi. Mandarono dunque da lui i propri
discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di
alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?».
Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli
presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare».
Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».
A queste parole rimasero meravigliati, lo lasciarono e se ne andarono.
Commento dei bambini
Oggi abbiamo letto il Vangelo di gesù quando si trova con dei farisei che gli
fanno delle domande difficili per metterlo in difficoltà.
Gesù non si fa condizionare da queste domande trabocchetto e risponde di
DARE A CESARE quello che è di Cesare e DARE A DIO quello che è di
Dio. Allora abbiamo provato a pensare quali sono LE COSE DI CESARE e
quali sono quelle DI DIO. Poi, leggendo dei bigliettini a sorpresa, ognuno di
noi ha riflettuto sulla situazione che c’era scritta sopra e ha scelto in quale
cesto metterla. Quindi noi oggi portiamo all’altare i nostri cesti, di Cesare e
di Dio, con dentro le riflessioni su cosa possiamo fare e come possiamo
vivere grazie alle proposte che Gesù ci fa.
Lui ci lascia liberi, se vogliamo, noi possiamo scegliere e decidere della
nostra vita quotidiana, nella società e nel mondo in cui cresciamo.